Descrizione
La cicerchia è una leguminosa granella e proviene da una pianta erbacea annuale, abbastanza simile a quella dei ceci. La sua origine è molto antica e proviene dal Medio Oriente; i Greci la chiamavano Lathiros, per i Romani era Cicercula.
Negli ultimi decenni la sua produzione si è progressivamente ridotta fino quasi a scomparire, oggi la saporita varietà della cicerchia è stata ritrovata da un gruppo di giovani agricoltori riuniti ne “La Bona Usanza”, una cooperativa di Serra de’ Conti, in provincia di Ancona, sulle colline del Verdicchio.
Un tempo molto diffusa tra le coltivazioni della regione Marche, la cicerchia si seminava in primavera tra il granoturco assieme ai fagioli e ai ceci e si raccoglieva ad agosto. Le piantine riunite in piccoli fasci erano appese al sole e poi battute nell’aia: una buona scorta di cicerchie era una garanzia per l’inverno.
Dimenticate il gusto insipido della cicerchia prodotta dalle multinazionali, più piccola e spigolosa rispetto alle altre tipologie, dal colore grigio-marrone, ha un sapore meno amaro e una buccia più morbida. La cicerchia di Serra de’ Conti è un Presidio Slow Food per la quale si sta portando avanti un importante lavoro di recupero, selezione del germoplasma, rilancio commerciale e valorizzazione.
Come tutti i legumi, ha caratteristiche nutrizionali interessanti, sia per l’elevato contenuto di proteine sia per la scarsa quantità di grassi. Buona presenza di vitamine, calcio, fosforo e fibre.
La cicerchia di Serra de’ Conti non ha bisogno di lunghi tempi di ammollo (sono sufficienti 5 ore) e di cottura (bastano 45 minuti).
Queste caratteristiche la rendono apprezzabile al gusto e adatta a piacevoli ricette sia tradizionali che innovative. Ottima in zuppe e minestre, ma anche cucinata in purea o servita come contorno dello zampone. Con la farina di cicerchie, inoltre, si preparano maltagliati e pappardelle.