Descrizione
Della lonza questa preparazione ha solo il nome.
Lo producevano già gli antichi romani che non conoscevano lo zucchero e avevano gran cura per la frutta essiccata e dolce.
Un tempo elle campagne marchigiane si coltivavano fichi in gran quantità e i contadini si davano un gran da fare per conservarli.
Uno dei metodi fu proprio questo salamino preparato con fichi fatti asciugare al sole, macinati, impastati con anice, mandorle e noci tritate, avvolto in foglie di fico e legato con filo di lana.
Gli ingredienti e il metodo di preparazione sono rimasti immutati nei secoli. Il nome di lonza viene proprio dalla sua forma, simile alla lonza del maiale. Nasce come “companatico” e infatti le persone più anziane ricordano la prima colazione o la merenda a base di 2 fette di lonza di fico e un pezzo di pane. E’ un cibo molto semplice a base di fichi secchi macinati con noci e mandorle, aromatizzati con anice, poi rivestito con foglie di fico e poi legato con lo spago.
Un prodotto raro e prezioso, meraviglioso nel sapore e nella sua lavorazione.
Nel corso dei secoli è stato sempre considerato un cibo povero dei contadini mentre oggi è diventato un prodotto raro e ricercato tanto che Slow Food, il movimento internazionale che promuove la cultura del cibo, ha creato un presidio con i pochi produttori che lo hanno salvato.
Oggi sta avendo una meritata rivalutazione sulle tavole dei migliori ristoranti.
La Bona Usanza consiglia di servirlo come fine pasto, tagliato a fettine con un cucchiaio di Sapa accompagnandolo con un formaggio stagionato e abbinandolo ad un vino passito.