Descrizione
L’agresto si presenta denso e sciropposo, al palato inizialmente offre una nota acida per poi terminare co una piacevole sensazione dolce al gusto di mosto cotto, al ricordo del caramello. L’agresto trova il suo utilizzo in numerose preparazioni dove l’agrodolce è gradevole.
Il termine “agresto” appare in tutti i vocabolari fino alla fine dell’Ottocento. Molti documenti nel corso dei secoli testimoniano la presenza di questo condimento balsamico nei piatti più comuni dell’Antica Roma.
LAgresto prende il nome dall’uva “gresta”, che si trova sui tralci più alti e non ancora matura all’epoca della vendemmia: chicchi piccoli, verdi, duri, raccolti in piccoli grappoli tondeggianti che i contadini raccoglievano a fine novembre per schiacciarli e farne una salsa a base acida per insaporire verdure bollite, patate, cipolle. In altri casi l’Agresto (o aceto di Agresto) veniva tagliato con il mosto bollito per ottenere una salsa agrodolce.
Tutti gli ingredienti sono a base d’uva, come si è fatto per secoli fino a quando all’inizio dell’Ottocento l’introduzione del pomodoro non ha fatto dimenticare l’uso dell’agresto.